Il mondo un po' più piccolo
Circa l’1% della popolazione mondiale soffre di balbuzie per tutto l’arco della propria vita. La percentuale si alza al 4-5% se si considerano invece le persone che convivono con questo disturbo anche solo per un breve periodo della propria esistenza. Spesso associata nell’immaginario comune a una banale e a tratti comica ripetizione di sillabe, nella realtà la balbuzie non si presenta quasi mai sotto questa forma ma si manifesta in altre maniere. Il balbuziente, percependo dei veri blocchi fisici nell’atto del parlare, reagisce in vari modi per aggirare la difficoltà: allungamenti di lettere, forzature o abbassamenti di tono, aggiunta di interiezioni, interruzioni. Ma se il livello di intensità dei blocchi è troppo forte, può succedere spesso che il soggetto non riesca ad emettere nessun suono, almeno non in tempi ragionevoli. Ed è soprattutto in questo sottile, sconosciuto e molto sottovalutato aspetto della balbuzie che si celano i veri problemi. Azioni quotidiane semplici, date per scontate dalla maggior parte delle persone, sono per il balbuziente dei veri e propri ostacoli: prendere un caffè al bar, ordinare una pizza, comprare un giornale, fare una telefonata sono solo alcune delle circostanze che chi balbetta teme di più. Caratteri differenti rispondono a queste problematicità in differenti maniere: chi affronta la difficoltà e chi, per scongiurare l’ennesima umiliazione, altro non fa che evitare la situazione scomoda aggirando quando possibile il problema. In questo modo il mondo del balbuziente, fatto spesso di rinunce ed evitamenti, si rimpicciolisce trasformandosi in un campo minato in cui i gesti semplici non sono più così scontati. E in un mondo che si percepisce ristretto, in un modo o nell’altro, non si può far altro che sentirsi un po’ più piccoli.